Vernaccia di San Gimignano

Il primo vino italiano ad ottenere la DOC

  • Colazione inclusa
  • Pulizia giornaliera
  • TV Sat internazionale
  • Wifi gratuito

I nostri prodotti tipici naturali: Vernaccia di San Gimignano

Il vino bianco di Casanova di Pescille

L’agriturismo Casanova di Pescille seleziona ed etichetta laVernaccia di San Gimignano, che nel 1966 è stato il primo vino italiano ad ottenere la DOC (di origine controllata) e il primo bianco toscano a fregiarsi della Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Vino Bianco (il vitigno si chiama vernaccia) è di colore giallo paglierino più o meno intenso, anche con riflessi dorati. Al naso è ricco, con note nette di mela selvatica, fiori bianchi e mandorlo; in bocca risulta asciutto, morbido, piacevolmente acidulo e pulito. La Vernaccia è coltivata nel solo territorio di San Gimignano. E’ un bianco che rispetto ad altri bianchi ha un suo carattere ben definito con i suoi 12 gradi e più alcolici ed è per questo che oltre che da aperitivo è perfetto per pesce, carni bianche e per le bruschette toscane.

Le origini dell’ uva del vitigno omonimo è tutto’oggi avvolta nel mistero, il vitigno pare sia arrivato a San Gimignano grazie al ligure Vieri de’ Bardi, agli inizi del duecento. Da allora, fino al settecento, la Vernaccia è stata una delle bandiere della città dalle cento torri. Negli ultimi quaranta anni, anche con la fondazione del Consorzio, la Vernaccia è tornata agli antichi splendori. Oggi è il vino bianco più noto della Toscana. Si serve fresca (10°C). Anche Dante Alighieri parla di questo vino, (Purgatorio XIV, 19-24) ponendo il papa Martino IV nel girone dei golosi del Purgatorio che scontava una amara pena per essersi rimpinzato in vita di “...anguilla di Bolsena e di Vernaccia”, che il papa si faceva cucinare affogate nel vino.

Fu il vino principe nel 1468 durante il matrimonio tra Bernardo Rucellai e Nannina de’ Medici, sorella di Lorenzo il Magnifico, e quest’ultimo ne fu talmente affascinato da richiederne di continuo al comune di San Gimignano.

Il famoso Sante Lancerio, il bottigliere di papa Paolo III, nel 1541 se ne fece mandare 80 fiaschi, scrivendo che purtroppo a San Gimignano si coltivava troppo l’arte e poco la vernaccia.

Nel 1685 Francesco Redi, naturalista e letterato aretino, il primo a porre in discussione la teoria della generazione spontanea, scrisse un’opera celebre, Bacco in Toscana, tra cui decantava con forza tutta toscana la bontà della Vernaccia: 

se vi è alcuno a cui non piaccia la Vernaccia vendemmiata in Pietrafitta,
interdetto, maledetto, fugga via dal mio cospetto...

Vi furono anche, da parte del Duca di Urbino, alcuni tentativi di piantare la vernaccia nel suo territorio, ed analogamente fece il re di Napoli per trapiantarli in Lombardia, ma nessuno ebbe successo, intimo come è il profumo ed il gusto di questo vino con il terreno di sabbie gialle e argilla sabbiosa caratteristico del territorio di San Gimignano.